La 288 GTO è forse una delle più belle ed esclusive Ferrari di tutti i tempi.
È una vera muscle car, e la sua genesi è dovuta proprio all’esigenza impellente di dover dimostrare al mondo di cosa era capace la fabbrica di auto sportive più famosa e vincente della storia, una vera e propria esibizione di forza.
La base di partenza fu la 308, una berlinetta disegnata da Fioravanti per Pininfarina: linee a cuneo e prese d’aria NACA, motore montato trasversalmente con 8 cilindri da 3 litri.
In varie interviste L’ingegner Materazzi ha raccontato che Enzo Ferrari, venuto a sapere che le sue berlinette prendevano la “paga” ai semafori da sportive meno blasonate, lo convocò per incaricarlo di attingere direttamente al know-how della scuderia di Formula Uno per progettare un modello in edizione limitata che ristabilisse i valori in campo.
Il nome seguiva lo schema dei nomi dei modelli prodotti a Maranello: 2.8 litri era la cilindrata e 8 erano i cilindri, al quale fu affiancata la sigla GTO come omaggio alla vettura GT più vincente della Ferrari, la 250 GTO del 1962.
La Formula Uno degli anni ottanta fu l’epoca dei motori sovralimentati e così la 288 fu equipaggiata con due turbine IHI che sviluppavano una potenza di 400cv. Al contrario della sua genitrice, il motore era montato in posizione longitudinale in linea con il cambio cosa che valse i complimenti del Drake a Materazzi, per la bellezza e l’ordine che si vedevano nel cofano motore.
La 288 GTO ebbe ben poche rivali, le principali furono indubbiamente la Porsche 959 e la Lamborghini Countach LP5000 QV. La prima era sicuramente più orientata alla tecnologia e all’elettronica, ma era meno adrenalinica della 288, mentre la Lamborghini era meno agile e più difficile da guidare rispetto alla Ferrari, ma aveva un’immagine di maggiore impatto visivo.
Gli esemplari costruiti furono 272 e tra i proprietari famosi si trovano molti piloti o ex piloti di Formula Uno come Niki Lauda a cui Ferrari inviò l’ultimo esemplare costruito, o come Keke Rosberg, Eddie Irvine o Michele Alboreto, che fu uno dei primi acquirenti.
In un famoso video reperibile in rete, Alboreto, allora pilota ufficiale della Scuderia Ferrari di Formula Uno, racconta che la GTO era una sue vetture preferite, e che l’amava perché a differenza della sua discendente F40 la 288 era una vera Gran Turismo che ben si adattava sia alla guida in pista sia ai lunghi viaggi, nei quali risultava molto più comoda.
La 288 GTO è stata purtroppo oscurata dalla sua meravigliosa erede, la F40 presentata dopo soli tre anni, ma rimane comunque uno dei modelli di Maranello più apprezzati e ricercati dai collezionisti di tutto il mondo, disposti a firmare assegni a sei zeri per aggiudicarsi uno dei pochissimi esemplari che ogni tanto vengono messi sul mercato.
Pricture from: Eddy Clio
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