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Siamo alla seconda puntata della rubrica “Dimmi come ti chiami” che indaga sui nomi delle vetture sportive più ambite al mondo.

In questa puntata parliamo dei nomi di un altro marchio che ha fatto la storia delle Hypercar, la Lamborghini.

Come per la Ferrari il marchio prende il nome dal cognome del suo fondatore, Ferruccio Lamborghini, che già produceva trattori e che nel 1963 iniziò a costruire auto sportive.

Le prime due auto furono l’una l’evoluzione dell’altra: la 350 GT e la 400 GT il nome indicava la cilindrata del motore 3500cc la prima, 4000cc la seconda, ovviamente la sigla indicava la categoria a cui appartenevano: Gran Turismo.

Al Salone di Ginevra del 1966 Lamborghini fece il grande salto e presentò un nuovo modello che grazie al suo V12 montato in posizione trasversale montato su un telaio in lamiera scatolata frutto delle geniali menti di due grandi ingegneri, Dallara e Stanzani, divenne un punto di riferimento per tutti i costruttori. Tecnicamente l’auto era rivoluzionaria, ma fu la sinuosa e sensuale carrozzeria disegnata da Bertone a far innamorare tutti gli appassionati del pianeta. Lamborghini, che aveva scelto come simbolo del suo marchio un toro, che era il suo segno zodiacale, per il suo nuovo modello scelse il nome Miura in omaggio ad uno dei più famosi allevatori di tori da combattimento: Don Eduardo Miura Fernandez.

Miura fu solo il primo dei modelli della casa di Sant’Agata Bolognese a portare un nome che aveva a che fare con la tauromachia, nel 1968 infatti il modello successivo alla Miura venne chiamato Islero, in ricordo del toro che uccise il famoso matador Manolete durante una corrida.

Alti nomi di tori famosi sono stati utilizzati anche in epoche più moderne, ad esempio Diablo era il toro che prese parte ad una famosa corrida nel 1869 e Murcielago era il nome del toro cui il torero “El Lagartijo” risparmiò la vita nel 1879. Aventador era il nome del toro che vinse un prestigioso premio a Saragozza nel 1993 e Huracan era un toro spagnolo conosciuto per la sua aggressività e capacità di attacco.

Poche le eccezioni, la più famosa sicuramente è stata Countach. Il prestigioso modello presentato nel 1974 deve il suo nome ad un’esclamazione di un dipendente della carrozzeria Bertone quando vide per la prima volta il prototipo disegnato da Marcello Gandini. Nel dialetto piemontese Countach esprimeva meraviglia, stupore, oggi lo tradurremmo con “accidenti!”.

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