C’era una volta l’Alfa Romeo.
L’Alfa Romeo che portò Enzo Ferrari alla fama internazionale come pilota di auto da corsa. L’Alfa rossa con cui Nuvolari “fa quello che vuole” (Nuvolari- Lucio Dalla). L’Alfa Romeo davanti alla quale Henry Ford si toglieva il cappello in segno di rispetto. L’Alfa Romeo che al salone di Torino del 1967 presentò una vettura stradale basata sulla Tipo 33 che era un’auto da corsa.
Ammirare una 33 Stradale dal vivo, oltre che un evento rarissimo, è un’esperienza emozionante. È un po’ come andare al Louvre e guardare per la prima volta la Monnalisa di Leonardo Da Vinci.
Esagerato? Forse no.
La prima impressione che si ha guardando tutte e due queste opere dell’ingegno italiano è che siano molto più piccole di come ce le saremmo aspettate. Il quadro di Leonardo misura solo 77 per 53 centimetri, mentre la 33 stradale è lunga tre metri e 970 cm per una larghezza di 171 cm, ed è alta, o per meglio dire, bassa un centimetro meno di un metro. Il quadro di Leonardo è ovviamente un’opera unica, anche se recentemente si è parlato di una seconda versione custodita a Roma. Di 33 Stradale ne esistono solo 18 esemplari che per un’auto di produzione è un numero davvero esiguo, ma l’esemplare di cui parliamo qui è l’unico ad essere verniciato di Blu.
Parliamo del valore: si sa che il valore della Gioconda sia inestimabile, mentre l’ultimo esemplare di una 33 Stradale venduto ad un’asta è stato aggiudicato per 10 milioni di euro. Incredibilmente all’epoca della presentazione, la Stradale era la vettura più costosa al mondo: per fare un esempio l’Alfa Romeo Giulia TI costava 1.570.000 lire; per una Jaguar si spendevano circa 5 milioni, mentre per una Ferrari 365 GT 2+2 occorrevano 6 milioni. Ebbene per portarsi a casa una 33 Stradale bisognava spendere 9 milioni e mezzo.
La 33 Stradale è spinta da un raffinatissimo motore a 8 cilindri a V di 2000cc di cilindrata firmato dall’ingegner Busso, costruito in alluminio e magnesio. 230 cv e 260 Km/h di punta lo rendevano uno dei motori 2 litri aspirati più potenti mai progettati. Le prestazioni del motore, unite al peso di appena 690 Kg e al telaio realizzato con tecnologia aeronautica, garantivano alla 33 anche una guidabilità e una precisione eccezionali.
L’esemplare che reca il numero di telaio 750.33.111 venne ordinata dal Conte Augusta, noto industriale costruttore di elicotteri, proprio nel bellissimo colore Blu Reale che possiamo rivedere oggi grazie alle 5000 ore di lavoro del restauratore Egon Zweimüller, visto che in passato l’auto fu fatta riverniciare di rosso da un collezionista giapponese. Anche gli interni sono molto particolari, perché al posto dei classici sedili furono montati dei sedili per elicotteri e delle cinture di sicurezza, che al tempo erano una rarità.
La Alfa Romeo 33 Stradale è una delle vetture più emozionanti e belle mai prodotte. La sua eleganza senza tempo e le sue prestazioni eccezionali la rendono una vettura unica. Chiunque abbia la fortuna di guidare una 33 Stradale non potrà mai dimenticarne l’emozione e la bellezza